Messaggioda cosaltro » mer lug 21, 2004 6:22 pm
Carimiei
la clave di cui si parlava sopra io l'ho studiata anni fa come clave di bossa, si perchè effettivamente era la figura ritmica dela stecca che i batteristi suonavano con la mano sx sul rullante, mentre la mano dx teneva i sedicesimi sul charleston e la cassa faceva tum tum, tum tum.
Il samba è tutt'altra cosa.
surdo, pandeiro ,tamborim cuica creano una cellula ritmica molto simile tra loro, perchè alla fine è la marcia che deve far ballare. è un po come sentire poncho sanchez o mongo santamaria, c'è un'espressione piena dei sedicesimi del loro inconfondibile tumbao, che si amalgamano perfettamente con la paila e con l'eventuale bongò. Il samba enredo è un'altro esempio classico della marcia del samba, li vediamo i surdi che fanno una figura molto semplice dei due maggiori, e quello più acuto che canta la melodia incastrandola tra gli altri due. Dopo di chè vediamo che Tarol, caxia, repenique, Tamborim Virado,ganzà reco reco , chocalho, fanno la "mesma coisas", la stessa identica cosa, chiaramente con tecniche diverse, ovvio, ma se si ascolta la cadenza del repenique, del tamborim virado (suonato con la frusta di nylon) ed il Tarol, capiamo, che è quella la cadenza giusta, è quella la "clave"
Se poi andiamo a scavare nel folclore e nelle origini bahiane del cadomblè, si puo capire come ci si riallaccia al concetto di clave cubana, come nei ritmi delle cerimonie religiose , l'agogò fa da clave ai tre atabaque.
Credo che la cosa migliore da fare per suonare un buon samba è avere una infarinatura dei strumenti brasiliani, come il pandeiro, il tamborim virado, od anche la conga, però suonata con la tecnica loro (Dei brasiliani) giusto per garantire cmq la loro cadenza.
Chiaramente questa è la mia opinione a riguardo, e se ci son persone, magari proprio i vari maesti brasiliani, come Silveira, a correggermi, io ne sare a dir poco onorato.
Bella C!