Ciao ragassi, mi chiedevo come mai sentiamo spesso parlare tra percussionisti (soprattutto qui) di batà, relativi toques, importanza della loro tradizione, giusto rispetto verso quello che rappresentano, ma mai di atabaque, relativi ritmi, tradizioni, cultura.
A parte il fatto che mi piacerebbe sapere, dal momento che le divinità/santi dei due sincretismi sono molto simili (un esempio su tutti, Jemanjà=Yemayà) , se anche i ritmi del trio di atabaques assomigliano in qualche modo ai toques di batà. Qualcuno di voi è in grado di fare un abbinamento ritmico?
Io noterei poi ad esempio che gli strumenti che completano il trio di tamburi sono simili, cioè campane di metallo e strumenti a scuotimento.
C'è poi differenza sul come vivono questa devozione i brasiliani e i cubani? Perchè alcuni cubani (e loro allievi) si prodigano a diffondere il corretto approccio ai batà "pà que no se pierda", ma non mi pare che i brasiliani facciano altrettanto?
C'è una grande differenza socio-culturale, o si tratta solo di disinformazione nostra?
Santerìa VS Candomblè - impressioni, informazioni...
ciao ya', io sono molto appassionato di questioni antropologiche afrocaraibiche e, a differenza della Santeria che conosco bene, non mi hai sentito mai parlare di candomblè e atabaques perchè non ne ho la stessa conoscenza; anche se la scintilla che mi fece avvicinare a queste tematiche furono i romanzi di Jeorge Amado che erano intrisi dei sincretismi afrobrasiliani; posso solo dirti che la presenza dei batà a Cuba e degli Atabaques in Brasile, pur essendo entrambi di provenienza Yoruba, è dovuta al fatto che venivano catturate intere tribù di schiavi e trasportate in blocco alla destinazione assegnata; la nazione Yoriba era molto grande e suddivisa in molte sotto-etnie: sicuramente alcune suonavano alle loro divinità con tambuti differenti, tamburi che poi hanno ricostruito in cattività; a Cuba toccò l'etnia dei Batà (iyesà, ararà, lucumì ecc.) in Brasile quella degli atabaques (jejè e nagò)
Gli orixas sono praticamente gli stessi con leggere differenze fonetiche e differenti sincretismi con la religione cattolica (Changò/Xangò, Ochun/Oxum, Obatalà/Oxalà, Yemaià/Iemanjà ecc.); cambiano invece in maniera importante le forme di iniziazione e le liturgie mentre rimane comune la trance causata dalla possessione degli iniziati da parte degli Orichas.... I ritmi sono molto diversi e, non me ne vogliano gli amici filo-brasiliani, devo dire che i batà sono molto più ricchi e intriganti, non foss'altro per la maggiore capacità melodica dovuta alla maggiore quantità di membrane percosse... :;):
Gli orixas sono praticamente gli stessi con leggere differenze fonetiche e differenti sincretismi con la religione cattolica (Changò/Xangò, Ochun/Oxum, Obatalà/Oxalà, Yemaià/Iemanjà ecc.); cambiano invece in maniera importante le forme di iniziazione e le liturgie mentre rimane comune la trance causata dalla possessione degli iniziati da parte degli Orichas.... I ritmi sono molto diversi e, non me ne vogliano gli amici filo-brasiliani, devo dire che i batà sono molto più ricchi e intriganti, non foss'altro per la maggiore capacità melodica dovuta alla maggiore quantità di membrane percosse... :;):
piero
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Al contrario di Caballero non posso disquisire più di tanto su questioni antropologiche e religiose afrocaraibiche, ma su una cosa sono assolutamente d'accordo: un motivo importante della maggiore notorietà nel mondo dei batà rispetto ai tamburi del candomblè è senz'altro la maggior raffinatezza ritmico-melodica che li ha portati alle vette della poliritmia; per ciò che riguarda l'atteggiamento dei cubani rispetto ai brasiliani, in generale, rispetto ai loro strumenti e alle loro tradizioni musicali, mi pare di poter dire che c'è maggior rigore nel codificare, studiare e trasmettere la propria cultura percussionistica, e questo può spiegare molte cose.
Sebastiano
Grazie, sapevo di poter contare sulle vostre risposte, che confermano le mie impressioni. In effetti allo stage con Gilson Silveira avevamo visto alcuni ritmi di candomblè e la differenza con la complessità dei toques di batà è evidente, così come è evidente l'attiditudine dei cubani a considerare le proprie tradizioni musicali molto seriamente, direi in termini molto patriottici (passatemi il termine).
E' anche però vero che il Brasile è molto più grande e diversificato, anche musicalmente.
E' anche però vero che il Brasile è molto più grande e diversificato, anche musicalmente.
"si me preguntas como estoy, solamente te dirè: estoy mas viejo que aier, mas joven que magnana"
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pace&ritmo!
direi che sebastiano ha centrato la questione notando come la rivoluzione castrista ha dato grande impulso allo studio ed alla trasmissione della cultura afro-cubana.
il brasile invece, al contrario dell'immagine da cartolina di un paese mulatto e armonioso, e' estremamente polarizato e tutto cio' che e' legato alla tradizione africana e' stato relegato ai margini fino a pochissimo tempo fa.
quando, al meta' degli anni '50 l'astro di pele cominciava a brillare ci si chiedeva se ci fosse un posto per lui in nazionale dato che c'era gia' un giocatore nero (da pochi anni) e due sembrava proprio inaccettabile???
nelle popolarissime telenovelle brasiliane, fino a pochissimi anni fa, un attore/attrice nero/a poteva trovar lavoro solo nel ruolo di domestico/a, malvivente o prostituta...
inoltre e' ovviamente piu' facile preservare una tradizione in un isola relativamente piccola piuttosto che in un subcontinente.
leggevo, poi, come la straordinaria ricchezza delle tradizioni afro-cubane sia dovuta anche al trovarsi insieme sull'isola di popolazioni africane che mai erano entrate in contatto nel continente madre e da questo cocktail di ritmi di molte diverse popolazioni dell'africa occidentale e centrale...
quindi, per esempio, il grande mongo santamaria era di nonni congolesi ma il suo abbracciare la tradizione yoruba sicuramente ha contribuito a quella praticamente illimitata tavolozza ritmica di cui disponeva.
quanto all'atabaque lo avevo sempre considerato il cugino brasiliano cella conga e quindi un tamburo di origine congolese e non yoruba, ma forse mi sbaglio: esperti, per favore, chiarite i miei dubbi!
direi che sebastiano ha centrato la questione notando come la rivoluzione castrista ha dato grande impulso allo studio ed alla trasmissione della cultura afro-cubana.
il brasile invece, al contrario dell'immagine da cartolina di un paese mulatto e armonioso, e' estremamente polarizato e tutto cio' che e' legato alla tradizione africana e' stato relegato ai margini fino a pochissimo tempo fa.
quando, al meta' degli anni '50 l'astro di pele cominciava a brillare ci si chiedeva se ci fosse un posto per lui in nazionale dato che c'era gia' un giocatore nero (da pochi anni) e due sembrava proprio inaccettabile???
nelle popolarissime telenovelle brasiliane, fino a pochissimi anni fa, un attore/attrice nero/a poteva trovar lavoro solo nel ruolo di domestico/a, malvivente o prostituta...
inoltre e' ovviamente piu' facile preservare una tradizione in un isola relativamente piccola piuttosto che in un subcontinente.
leggevo, poi, come la straordinaria ricchezza delle tradizioni afro-cubane sia dovuta anche al trovarsi insieme sull'isola di popolazioni africane che mai erano entrate in contatto nel continente madre e da questo cocktail di ritmi di molte diverse popolazioni dell'africa occidentale e centrale...
quindi, per esempio, il grande mongo santamaria era di nonni congolesi ma il suo abbracciare la tradizione yoruba sicuramente ha contribuito a quella praticamente illimitata tavolozza ritmica di cui disponeva.
quanto all'atabaque lo avevo sempre considerato il cugino brasiliano cella conga e quindi un tamburo di origine congolese e non yoruba, ma forse mi sbaglio: esperti, per favore, chiarite i miei dubbi!
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