Tammorra o pizzica - ... che ne dite?
Benvenuto dimanga!!
Ma l'aggettivo "cazzuta" in che senso lo intendi? buono o cattivo?
Comunque intediamoci: a me è sembrato venisse eseguita in questo modo, ma probabilmente non lo era.
E non volevo neanche tirare in ballo Igor (anche lui napoletano), dato che ha fatto un bel pò di ricerca fra gli anziani musici del posto...
Ma l'aggettivo "cazzuta" in che senso lo intendi? buono o cattivo?
Comunque intediamoci: a me è sembrato venisse eseguita in questo modo, ma probabilmente non lo era.
E non volevo neanche tirare in ballo Igor (anche lui napoletano), dato che ha fatto un bel pò di ricerca fra gli anziani musici del posto...
A. - Ma come fai a sopportare questa vita non ti manca qualcosa?
B. - E' proprio per questo che riesco a sopportarla.
B. - E' proprio per questo che riesco a sopportarla.
Cazzuta nel senso che si tratta di una tecnica piuttosto difficilotta. Da come l'hai descritta, Baba, mi sembra che sia la "terzina" più in voga fra i tammorrari campani. Necessita di tanto esercizio prima di poter controllare bene la scansione dei colpi. Il percussionista che la usa fa bella mostra di sé, e i percussionisti, si sa, sono tutti un po' narcisi. Comunque se è quella che ritengo di aver inquadrato la sequenza è questa:
1) Colpo del polso tra bordo e pelle
2) Rimbalzo del polso sul bordo
3) Colpo aperto bordo/pelle come al punto 1 ma con tutta la superficie delle dita (tipo open tone conga).
Sempre fondamentale l'accompagnamento del tamburo con il polso che lo sostiene.
Esempio per i destri: il tamburo viene ruotato dal polso sinistro (movimento a chiudere verso il proprio corpo) e va ad incontrare il polso destro che colpisce la pelle rimbalzando in due tempi, il tono aperto (che sarebbe il terzo colpo) viene ottenuto dalla mano aperta che incontra il tamburo nel massimo della sua rotazione (movimento ad aprire allontanando il tamburo dal corpo). Come sempre è più difficile spiegare a parole quello che con l'esempio pratico è palese, però io, comunque, preferisco usare la tecnica base che è decisamente più controllabile (ma anche in questo caso è una questione di studio e pazienza: basta applicarsi costantemente un poco al giorno e si controlla tutto lo "scibile terzinato", ma il tempo per farlo non c'è e quindi tocca accontentarsi di quello che viene...)
1) Colpo del polso tra bordo e pelle
2) Rimbalzo del polso sul bordo
3) Colpo aperto bordo/pelle come al punto 1 ma con tutta la superficie delle dita (tipo open tone conga).
Sempre fondamentale l'accompagnamento del tamburo con il polso che lo sostiene.
Esempio per i destri: il tamburo viene ruotato dal polso sinistro (movimento a chiudere verso il proprio corpo) e va ad incontrare il polso destro che colpisce la pelle rimbalzando in due tempi, il tono aperto (che sarebbe il terzo colpo) viene ottenuto dalla mano aperta che incontra il tamburo nel massimo della sua rotazione (movimento ad aprire allontanando il tamburo dal corpo). Come sempre è più difficile spiegare a parole quello che con l'esempio pratico è palese, però io, comunque, preferisco usare la tecnica base che è decisamente più controllabile (ma anche in questo caso è una questione di studio e pazienza: basta applicarsi costantemente un poco al giorno e si controlla tutto lo "scibile terzinato", ma il tempo per farlo non c'è e quindi tocca accontentarsi di quello che viene...)
Si quella, ma a me non è che venga proprio bene, bisogna che me la faccia spiegare per benino.
Grazie Dimanga, per le spiegazione dettagliate.
Conosci per caso anche qualche tammurriata tipica? :;):
Grazie Dimanga, per le spiegazione dettagliate.
Conosci per caso anche qualche tammurriata tipica? :;):
A. - Ma come fai a sopportare questa vita non ti manca qualcosa?
B. - E' proprio per questo che riesco a sopportarla.
B. - E' proprio per questo che riesco a sopportarla.
Onestamente non me ne ricordo una che sia una.
La tipicità delle varie tammurriate sta nello spostamento degli accenti rispetto alla figura ben descritta da Riccardo nel suo post del 24 gennaio.
Ad esempio una è: C.A.CPA.C.-.C.-. dove C sta per il colpo delle dita al centro della pelle, P è il polso sul bordo e A il tono aperto (CPA sarebbe nell'insieme la famosa pseudoterzina di base).
Il fatto è che proprio non mi ricordo se questa sia la tammurriata della Madonna Avvocata o quella delle Galline o altro ancora.
Se poi vai a scambiare i colpi (che fondamentalmente sono sempre gli stessi, tranne nel Nocerino) ottieni i diversi tipi di "devozione ritmatica".
L'importante è tenere sempre il C in battere e l'A in levare, tranne, appunto, che nel Nocerino dove con un particolare movimento si ottiene un A anche in battere al posto di non mi ricordo quale C.
Tutto sta a memorizzare i vari disegni ritmici, che sono comunque piuttosto semplici, in questo però non posso esserti d'aiuto, ci vorrebbe un tammorraro più attento alla tradizione campana.
La tipicità delle varie tammurriate sta nello spostamento degli accenti rispetto alla figura ben descritta da Riccardo nel suo post del 24 gennaio.
Ad esempio una è: C.A.CPA.C.-.C.-. dove C sta per il colpo delle dita al centro della pelle, P è il polso sul bordo e A il tono aperto (CPA sarebbe nell'insieme la famosa pseudoterzina di base).
Il fatto è che proprio non mi ricordo se questa sia la tammurriata della Madonna Avvocata o quella delle Galline o altro ancora.
Se poi vai a scambiare i colpi (che fondamentalmente sono sempre gli stessi, tranne nel Nocerino) ottieni i diversi tipi di "devozione ritmatica".
L'importante è tenere sempre il C in battere e l'A in levare, tranne, appunto, che nel Nocerino dove con un particolare movimento si ottiene un A anche in battere al posto di non mi ricordo quale C.
Tutto sta a memorizzare i vari disegni ritmici, che sono comunque piuttosto semplici, in questo però non posso esserti d'aiuto, ci vorrebbe un tammorraro più attento alla tradizione campana.
Baba ho un nuovo quesito per te!
Sto prendendo alcune lezioni di tamburello da un ragazzo leccese molto bravo che lo suona da più di 10 anni.
Quando gli ho fatto vedere la tecnica che ci ha insegnato Igor per suonare la terzina: Pollice, ritorno del pollice, dita mi ha detto che è usata anche per la pizzica ma è soprattutto una tecnica siciliana (infatti Igor era partito a insegnarci quella tecnica).
La tecnica che usa questo ragazzo invece è questa: pollice, esterno dell'indice, dita.Il pollice sta sempre più o meno attaccato al tamburello e funziona per il secondo e terzo colpo come una leva. Hai studiato questo colpo con Igor per la pizzica o è solamente un altra scuola e ognuno utilizza quella che preferisce?
ciao
Sto prendendo alcune lezioni di tamburello da un ragazzo leccese molto bravo che lo suona da più di 10 anni.
Quando gli ho fatto vedere la tecnica che ci ha insegnato Igor per suonare la terzina: Pollice, ritorno del pollice, dita mi ha detto che è usata anche per la pizzica ma è soprattutto una tecnica siciliana (infatti Igor era partito a insegnarci quella tecnica).
La tecnica che usa questo ragazzo invece è questa: pollice, esterno dell'indice, dita.Il pollice sta sempre più o meno attaccato al tamburello e funziona per il secondo e terzo colpo come una leva. Hai studiato questo colpo con Igor per la pizzica o è solamente un altra scuola e ognuno utilizza quella che preferisce?
ciao

Ric
Ciao Riccardo,
da quello che sò ogni zona ha più o meno la sua tecnica per eseguire la terzina, quando sono stato in salento le ho visto eseguire entrambe indifferentemente.
Quindi io propendo per la versione ognuno esegue quella quella che vuole, ma magari sento Igor e gli chiedo maggiori delucidazioni.
da quello che sò ogni zona ha più o meno la sua tecnica per eseguire la terzina, quando sono stato in salento le ho visto eseguire entrambe indifferentemente.
Quindi io propendo per la versione ognuno esegue quella quella che vuole, ma magari sento Igor e gli chiedo maggiori delucidazioni.
A. - Ma come fai a sopportare questa vita non ti manca qualcosa?
B. - E' proprio per questo che riesco a sopportarla.
B. - E' proprio per questo che riesco a sopportarla.
Condivido il pensiero di Baba, ogni zona ha una sua propria tecnica, sarebbe "fico" impararne il più possibile per sfruttare meglio le qualità del nostro tamburello nelle varie situazioni.
La tecnica siciliana (una delle tante) descritta da Riccardo secondo me è propedeutica alla pizzica (nonchè all'uso del tipper nel bodhràn irlandese). La pizzica suonata col pollice sempre attaccato alla pelle è piuttosto faticosa (e sanguinolenta) e non dà buoni risultati nella percussione sul tamburo, provate ad accostare l'orecchio alla pelle e sentirete soprattutto i colpi sul tre e sull'uno di ogni terzina, mentre i piattini suonano regolarmente i tre movimenti. Provate invece a pensare al dito indice come asse di rotazione: il primo movimento è dato dalla rotazione del polso che fa colpire il pollice sul tamburello, il secondo è la prosecuzione della rotazione che fa percuotere l'indice, in tutta la sua lunghezza, esattamente nel posto dove prima era il pollice (quindi il pollice si "scansa" e segue la rotazione della mano andando verso il basso) e il terzo è la rotazione contraria che fa percuotere il resto delle dita (soprattutto il mignolo) con il palmo che guarda verso il cielo. Questa è la tecnica adottata ed insegnata da Arnaldo Vacca, molto difficile da ottenere, va praticata molto e dà risultati solo dopo molti mesi di studio quotidiano. E' consigliabile esercitarsi su una pelle smontata (ovviamente industriale, magari una remo renaissance diplomat) dalla cornice, così non si è fuorviati dal suono dei piattini. Quando il suono che ascolterete sarà la percussione omogenea sui tre movimenti della terzina allora potrete passare al tamburello intero. E' molto meno faticosa della pizzica tradizionale e non richiede lo sfregamento continuo della "pelle sulla pelle", insomma, non ci si fa male.
La tecnica siciliana (una delle tante) descritta da Riccardo secondo me è propedeutica alla pizzica (nonchè all'uso del tipper nel bodhràn irlandese). La pizzica suonata col pollice sempre attaccato alla pelle è piuttosto faticosa (e sanguinolenta) e non dà buoni risultati nella percussione sul tamburo, provate ad accostare l'orecchio alla pelle e sentirete soprattutto i colpi sul tre e sull'uno di ogni terzina, mentre i piattini suonano regolarmente i tre movimenti. Provate invece a pensare al dito indice come asse di rotazione: il primo movimento è dato dalla rotazione del polso che fa colpire il pollice sul tamburello, il secondo è la prosecuzione della rotazione che fa percuotere l'indice, in tutta la sua lunghezza, esattamente nel posto dove prima era il pollice (quindi il pollice si "scansa" e segue la rotazione della mano andando verso il basso) e il terzo è la rotazione contraria che fa percuotere il resto delle dita (soprattutto il mignolo) con il palmo che guarda verso il cielo. Questa è la tecnica adottata ed insegnata da Arnaldo Vacca, molto difficile da ottenere, va praticata molto e dà risultati solo dopo molti mesi di studio quotidiano. E' consigliabile esercitarsi su una pelle smontata (ovviamente industriale, magari una remo renaissance diplomat) dalla cornice, così non si è fuorviati dal suono dei piattini. Quando il suono che ascolterete sarà la percussione omogenea sui tre movimenti della terzina allora potrete passare al tamburello intero. E' molto meno faticosa della pizzica tradizionale e non richiede lo sfregamento continuo della "pelle sulla pelle", insomma, non ci si fa male.
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