Messaggioda Sebastiano » mer giu 11, 2008 11:12 am
Varie risposte:
per Shaddy: si lo ammetto, sono presuntuoso ed egocentrico, penso che il mondo giri attorno a me, che tu non ti stessi assolutamente riferendo a me; così chiudiamo questa pagliacciata che non interessa a nessuno e che, ancora una volta non ho cominciato io....
per Sbambu: la tua domanda non mi è chiarissima, perchè sembrano due domande diverse; alla prima, cioè se secondo me è possibile padroneggiare i capisaldi della musica cubana senza curarsi delle tradizioni, origini, storia, e, soprattutto, del concetto di clave, la risposta è assolutamente no, si rimarrà perennemente penalizzati da un approccio superficiale, e non si suonerà mai bene quella musica.
La seconda è più insidiosa: si può suonare bene le congas senza conoscere certi concetti (immagino ti riferisca alla tradizione, alla clave, al folklore); qua il discorso si fa più complesso; cioè, un musicista può imparare perfettamente tutti i gesti tecnici, padroneggiare tutti i colpi sullo strumento, conoscere tutti i principali ritmi afrocubani ma non sapere come sono riferiti alla clave, da dove vengono, che sono delle sintesi di ritmi in cui spesso vari percussionisti suonano uno singolo strumento etc. etc?
In teoria è senz'altro possibile, bisogna intanto vedere che cosa il musicista in questione vuole fare da grande: vuole limitarsi a fare il multipercussionista in situazioni pop e rock? Può darsi che ci riesca, ma, secondo me rinuncia sempre ad una parte molto importante della sua formazione di base, non solo culturale, ma anche pratica; chi conosce certi concetti ha una marcia in più, perchè è arrivato alla radice del senso dello strumento, dei ruoli in cui è nato. Tutti i grandi percussionisti che vengono chiamati spesso ad accompagnare le produzioni importanti con conga, timbal e bongò, sono prima di tutto profondi conoscitori dell'afrocubano; ti faccio l'esempio di Luis Conte, session man richiestissimo, che, alla domanda di un giovane percussionista su come lui lavorasse per inserire certi pattern in contesti rock, jazz e pop, ha risposto che lui partiva sempre dalla tradizione afrocubana per poi modificare alcune strutture in base al suo gusto secondo le esigenze del brano.
Certo, ci sono multipercussionisti che hanno un approccio evidentemente più superficiale sull'afrocubano, e suonano lo stesso, basandosi di più sull'uso diversificato degli strumenti e sull'effettistica, ma, ovviamente, non possono certo suonare decentemente salsa, latin jazz, o musica afrocubana in genere; a questo punto dico, citando sempre Luis Conte in una intervista:
"Nel rock e nel pop le congas e le percussioni sono un condimento, se si ammala il percussionista la tourneè va avanti, se si ammala il batterista si blocca tutto! Nel latin jazz e nella salsa le percussioni sono il pane e la carne, se si ammala il percussionista il concerto salta!"
Io mi chiedo, vale la pena di rinunciare a suonare in un genere in cui si è veramente essenziali con conga, bongò e timbal solo perchè non si è avuta una buona formazione di base?
Aggiungo infine che il concetto ciclico di tensione e risoluzione tipico della clave afrocubana, una volta ben acquisito, si inserisce meravigliosamente in mille situazioni non tipiche.
Per finire, sottoscrivo le parole di Chaworò!
Sebastiano